VERSO LA CALIFORNIA: la tragica Spedizione Donner

VERSO LA CALIFORNIA: la tragica Spedizione Donner

di Kyt Lyn Walken

[Istruttore e Rappresentante Ufficiale della Hull’s Tracking School, Ranger della Conservazione certificato da Conservation Rangers Operations Worldwide, Columnist per testate americane e inglesi]

Wendy:
Non è qui che la spedizione Donner è rimasta sepolta nella neve?

Jack:
Penso sia più a ovest della Sierra.

Wendy:

Oh!

Danny:
Cos’era la Spedizione Donner?

Jack:
Erano un gruppo di pionieri che si spostavano in carovane. Rimasero intrappolati nella neve per un inverno intero, sulle montagne.  Ricorsero al cannibalismo per rimanere in vita.

Danny:
Significa che si sono mangiati l’un l’altro?

Jack:
Hanno dovuto,  per sopravvivere!

Forse nella dinamica dell’intera visione di un capolavoro del cinema come Shining di Stanley Kubrick questa citazione è passata inosservata ai più. Tant’è che si tratta di una storia spietata, come lo sono spesso quelle di sopravvivenza. Anche questa vicenda, come nel caso del primo articolo (LINK) dedicato a Christopher Knight, affronta scelte ben precise. Non il desiderio di una vita solitaria, fatta di rinunce del surplus quotidiano, sinonimo di intimo malessere, ma di ardenti speranze verso un futuro migliore, sia economico sia religioso, in quello stato che per tanti, forse per tutti, in quegli anni (primavera del 1846), rappresenta la Terra Promessa: la California.

Un manualetto aveva spianato la strada: “The Emigrants’ Guide to Oregon and California” di Lansford Hastings: piccolo compendio su come raggiungere l’agognata meta attraverso il Gran Bacino e il Deserto del Lago Salato. C’era un solo problema: quelle ultime cento miglia (quasi 160 km) che attraversavano la Sierra Nevada. Una gran scocciatura, se si fosse messo a nevicare.

16 Aprile 1846: sono 500 i carri che da Springfield, Illinois, si aggiungono e formano una lunga carovana. Sono grandi nuclei famigliari, come la figlia Reed – indiscussa leader della spedizione – che conta ben trentadue membri. Ci sono anche persone anziane e bambini. Hanno con sè cibo, vettovaglie, cassapanche, letti, mobili e suppellettili di ogni sorta per poter iniziare una nuova vita. Il 5 luglio sono a Fort Laramie, nel Wyoming. Il 4 agosto a Echo Canyon, nello Utah. Dal 30 agosto al 3 Settembre attraversano faticosamente il Grande Lago Salato, perdendo buoi e iniziando a vedere vacillare la certezza di giungere a destinazione attraverso la scorciatoia indicata da Hastings nel suo manueletto. Le sue stesse tracce, oramai risalenti a settimane precedenti, risultano difficili da seguire,  e notevoli dissidi interni avevano oramai iniziato a logorare l’unità del gruppo, che si ritrova nei pressi del fiume Truckee al principio dell’inverno, dopo aver valicato passi inimmaginabili per una spedizione di quel genere. Il tentativo di allestire un accampamento invernale di fortuna, insieme alla decisione di mandare alcuni membri in cerca di aiuto, sembra essere l’unica decisione possibile.

Il resto della storia è riassunto nella citazione iniziale del film Shining, e non spetta a me raccontare particolari macabri di una vicenda cruda e crudele: soltanto 48 persone vengono tratte in salvo dopo che ben tre spedizioni di salvataggio si sono attivate dalla California.

La storia della Spedizione Donner è, in qualche modo, figlia di quel tempo: molte delle persone coinvolte, di estrazione agiata, non avevano alcuna nozione di sopravvivenza, eppure si arrangiarono, cibandosi dapprima dei loro stessi animali da soma, poi tentando di cacciare, ricorrendo anche alle neve e alle cinte di cuoio bollito, fino al tragico epilogo. Non avevano con sè il pemmican, tanto noto nelle spedizioni polari.

Per chi volesse approfondire consiglio due libri:

“Il diavolo sulla Sierra” di Angelo Solmi

“The Hunger – Gli Affamati” di Alma Katsu

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