Bivo vs junk food: la merendina

A pranzo solo un panino… e ora? Non ci vedo più dalla fame. Quante volte avrete sentito questo modo di dire, reso famoso da uno spot televisivo. Questa battuta spesso viene ripetuta da persone che, a metà mattina o pomeriggio, necessitano di qualcosa di nutriente e veloce da ingerire per non rimanere a secco di energia. Ma vi siete mai chiesti se la cosiddetta merendina è la risposta più intelligente a questo bisogno nutrizionale?

Prendiamo in primo luogo in esame i dati nutrizionali di una merendina, vale a dire un prodotto da forno industriale preconfezionato. L’apporto calorico derivante da questo tipo di prodotti può variare dalle 129 calorie di una merendina a base di pan di spagna (6,5% dell’apporto calorico medio giornaliero raccomandato, vale a dire 2000 calorie) alle 220 di un croissant farcito al cioccolato (11% dell’apporto calorico medio giornaliero raccomandato). Quindi possiamo certo dire che non si tratta di uno spuntino trascurabile visto che copre una considerevole quota della quantità di calorie che dovremmo assumere nell’arco di 24 ore. Inoltre una merendina può pesare tra i 30 e i 50 grammi. Di questi, facendo riferimento ad una merendina di 30 grammi, circa 10 grammi sono zuccheri.

Le cosiddette merendine, in Italia, si sono diffuse negli anni del boom economico e demografico, a partire quindi dagli anni ‘60, e nascono sulla scia dei dolci casalinghi preparati tradizionalmente dalle madri ai propri figli e mariti. Ma la diffusione di questo genere di alimenti ha sconvolto le abitudini alimentari italiane. In Italia infatti negli anni ‘40 il consumo annuale di zucchero era di circa 8 kg pro capite mentre oggi è pari a circa 27 kg pro capite. La quantità odierna è ritenuta elevata dall’OMS che auspica una riduzione del consumo di zuccheri aggiunti a circa 18 kg annui pro capite (vale a dire il 10% delle calorie in una dieta di un adulto che consuma 2000 calorie al giorno).

Questo tipo di prodotti, al di là dell’aspetto energetico di cui sopra, hanno degli altri effetti collaterali dovuti alla loro composizione. Se avete intenzione di preparare in casa dei croissant avrete bisogno semplicemente di farina, burro, uova, zucchero, latte e lievito. Al contrario, se ne acquisterete di preconfezionati vi accorgerete, scorrendo l’etichetta di una qualsiasi merendina industriale, che gli ingredienti sono molti di più.  

Innanzitutto alcune merendine industriali contengono olio di palma, un ingrediente finito nell’occhio del ciclone un paio di anni fa. La pessima fama dell’olio di palma è dovuta in primis agli effetti negativi sull’ambiente in quanto la produzione dell’olio di palma causa la deforestazione di alcune aree tropicali con la conseguente estinzione di specie vegetali e animali uniche e la riduzione della produzione di ossigeno, fondamentale per contrastare le emissioni di CO2. Inoltre alcuni studi dimostrano che l’olio di palma raffinato, se assunto in quantità elevate, può provocare problemi al sistema cardiovascolare e di colesterolo ed è particolarmente ricco di sostanze contaminanti tossiche e potenzialmente cancerogene.

Proprio per la sua nocività numerose aziende hanno sostituito l’olio di palma con grassi idrogenati, come la margarina. Il fatto che oli e grassi vegetali siano idrogenati significa che hanno subito un processo artificiale per la lavorazione alimentare che, oltre a dar loro una diversa consistenza, fa sì che si degradino meno facilmente e possano quindi essere conservati più a lungo. Il processo di idrogenazione tuttavia genera acidi grassi di tipo trans, i quali, come evidenziato in alcuni studi, innalzano il colesterolo LDL (cosiddetto cattivo) e non quello HDL (buono) aumentando il rischio cardiovascolare. In sostanza sia olio di palma che grassi idrogenati possono essere dannosi per la salute.

Altri ingredienti che spesso troviamo nelle merendine industriali sono gli addensanti della categoria dei polifosfati (E452) che, interferendo con l’assorbimento dei sali minerali, possono provocare la calcificazione dei tessuti molli e la fissazione del calcio.

Naturalmente non stiamo sostenendo che mangiare una merendina saltuariamente sia pericoloso per la salute. Tuttavia se spesso avete bisogno di mangiare qualcosa fuori dai pasti vi ricordiamo il proverbio “una mela al giorno toglie il medico di torno”… almeno fino alla prossima versione di Bivo! Infatti stiamo lavorando ad un nuovo formato di Bivo che, proprio per ovviare a questo genere di necessità, conterrà un ridotto contenuto calorico.

I dati nutrizionali relativi alla merendina sono tratti dalle ricerche eseguite presso il DISTAM- Dipartimento di  Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche dell’Università degli Studi di Milano, per conto della Fondazione per lo Studio degli Alimenti e della Nutrizione.

I dati relativi al consumo di zucchero in Italia sono tratti da: “European children’s sugar intake on weekdays versus weekends; A. Svensson, C. Larsson, G. Eiben e altri; Eur J Clin Nutr; 2014”.

I dati relativi agli effetti dell’olio di palma sono tratti da: “Palm oil and blood lipid-related markers of cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis of dietary intervention trials; E. Fattore, C. Bosetti, F. Brighenti, C. Agostoni, G. Fattore; The American Journal of Clinical Nutrition; 2014”. E da “Merende indigeste – inchiesta sull’olio di palma; S. Ovadia; Altroconsumo; 2016”.  

I dati relativi agli effetti dei grassi idrogenati sono tratti da: “Trans Fatty Acid in Human Nutrition; J. Sebedio, W. Christie; The oily press; 1998”.